I 49 Istituti di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico riconosciuti dal Ministero della Sanità rappresentano il fiore all’occhiello della ricerca e della medicina clinica in Italia. La Fondazione Santa Lucia per importanza dei suoi studi è il quinto a livello nazionale e il più importante nelle neuroscienze
Nonostante i tagli alla ricerca e alla sanità, esistono in
Italia delle realtà che rappresentano, talvolta a livello internazionale, delle
vere e proprie eccellenze. Si tratta dei 49 Istituti di Ricerca e Cura a
Carattere Scientifico riconosciuti a livello nazionale dal Ministero della
Salute.
Ospedali pubblici e privati dove, accanto alle attività
cliniche, vengono sviluppate attività di ricerca biomedica avanzata.
Il Ministero della Salute, ha tra i suoi compiti di vigilare
sugli Irccs “per garantire che la ricerca da essi svolta sia finalizzata
all’interesse pubblico con una diretta ricaduta sull'assistenza del malato,
anche perché sono di supporto tecnico ed operativo agli altri organi del SSN
per l'esercizio delle funzioni assistenziali al fine del perseguimento degli
obiettivi del Piano Sanitario Nazionale in materia di ricerca sanitaria e per
la formazione del personale”.
Per questo motivo, periodicamente, gli Irccs sono sottoposti
a visite ispettive per ottenere la conferma dell’accreditamento.
L’attività degli Irccs riguarda aree di ricerca ben
definite sia che abbiano ricevuto il riconoscimento per una singola materia,
Irccs monotematici, sia che l’abbiano ricevuto per più aree biomediche integrate,
Irccs politematici.
Sul territorio nazionale i 21 Irccs pubblici ed 28 privati
si rivolgono a varie aree di studio e di ricerca biomedica. cardiologia, dermatologia,
diagnostica per Immagini, farmacologia, gastroenterologia, genetica, geratria,
malattie infettive, medicina della complessità, neurologia, neuroriabilitazione,
oculistica,oncologia, ortopedia, pediatria, psichiatria, riabilitazione.
La maggior parte degli Irccs pubblici e privati sono nelle
regioni del centro nord, con il primato della Lombardia, con 14 strutture,
concentrate soprattutto a Mialno e nel suo hinterland.
Poche e in ordine sparso, invece, nel meridione, fatto che
evidenzia come l’assenza di strutture di eccellenza, oltre a creare una
disparità di trattamento in tema di diritto alla salute tra cittadini di
differenti regioni, spiega il fenomeno della migrazione sanitaria in cerca di
cure dal sud al nord d’Italia.
Il Lazio, si piazza a metà classifica con le sue 7
strutture, 2 pubbliche, e 5 private, riconosciute come Irccs dal Ministero
della Salute.
In Italia, la Fondazione Santa Lucia è l’unica a vedersi
riconosciuta e confermata, nel 2015, l’area di specializzazione in riabilitazione
neuromotoria con l'estensione al settore delle neuroscienze, condizione che la
pone come leader a livello nazionale in questo settore di ricerca, con un
impact factor, indice che misura l’impatto della produzione scientifica di un
ente di ricerca, pari a 2.112,50, che supera di gran lunga quello degli altri
concorrenti collocati in specifico settore di ricerca scientifica.
Se non bastassero i numeri della ricerca biomedica
sviluppata dalla Fondazione Santa Lucia a sottolineare l’importanza di questa
struttura di ricerca e di neuroriabilitazione, sarebbe sufficiente elencare,
dati del 2015, gli oltre 2000 ricoveri ordinari e day hospital effettuati e le
più di 300 mila prestazioni ambulatoriali prestate ogni anno.
Cifre che significano quasi 500 persone adulte e poco meno
di 300 bambini trattati in riabilitazione estensiva in 12 mesi, con più di 60
mila prestazioni all’anno solo per questa specialità e l’11 % di pazienti
provenienti da altre regioni.
Potrebbero sembrare aride cifre se non fosse per il fatto
che si tratta prima di tutto di storie di vita che partono dalla perdita di
autonomia, per incidenti, malattie neurodegenerative o lesioni cerebrospinali,
e prendono un nuovo percorso, verso una maggiore autonomia e inclusione
sociale, proprio grazie all’operato del personale medico e paramedico della
Fondazione Santa Lucia e delle innovazioni applicate nella riabilitazione
grazie alla ricerca scientifica. Una capacità che non va misurata solo con il
metro della professionalità, ma anche sul piano umano, come ha sottolineano il
sociologo Domenico De Masi, intervenendo come ex paziente del Santa Lucia in un
convegno sull’Ictus e l’importanza della riabilitazione estensiva tenutosi di
recente presso l’auditorium della fondazione.
Questo fa dell’Irccs sulla via Ardeatina un’eccellenza ed un
punto di riferimento a livello nazionale ed internazionale.
Una realtà messa a dura prova dai tagli alla sanità e dal
contenzioso economico con la Regione Lazio che mina alle basi la sua capacità
di continuare a fare ricerca e offrire servizi, nonostante le rassicurazioni
ricevute dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin e dal Presidente della
Regione Lazio Nicola Zingaretti nei loro interventi in occasione dell’evento
organizzato per il 25° anno del riconoscimento dello status di Irccs.
Alla riabilitazione, in generale, e alla neuroriabilitazione
in particolare, l’OMS riconosce un ruolo centrale nel benessere delle persone,
se non altro perché guarire da una malattia deve significare anche recuperare
la propria autonomia in tutti gli aspetti della vita quotidiana per non
rappresentare, per il resto della vita, un peso per le famiglie e un costo
sociale per la comunità. Un’evidenza da troppo tempo ignorata dai decisori
politici che hanno deciso di tagliare sulla riabilitazione, colpendo le
aspettative dei pazienti e dei loro famigliari e facendo ricadere sul lungo
periodo i costi sociali di questa scelta sull’intera, in termini economici e di
benessere, sull’intera società.
La riabilitazione è importante, per questo abbiamo deciso di
indagare su quale sia la situazione in Italia, dal nord al Sud, regione per
regione, mettendola a confronto anche con quanto accade in altri Paesi, per
evidenziare gli errori che sono stati commessi e chiedere a gran voce e
nell’interesse di tutti che vi sia posto rimedio.
In un prossimo articolo inizieremo questo lavoro di analisi
ed informazione sulla riabilitazione in Italia a partire dal Nord.
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