ARTICOLO DI PAESESERA.IT pubblicato il 30 novembre 2012
La Fondazione è uno dei centri di eccellenza della sanità
italiana, ma oggi il suo futuro appare più che incerto perché i crediti dalla
Regione Lazio sono arrivati a ben 111 milioni di euro. Come tutto il comparto
della sanità laziale il Santa Lucia paga il pegno di operare in una regione
commissariata, dove gli sprechi abbondano. Il direttore generale spiega: "Ogni
anno perdiano circa 10 milioni di rimborsi”. E sulle misure economiche adottate
dal Governo afferma: "I tagli lineari uguali per tutti servono solo ad
aumentare la spesa che nel Lazio è fuori controllo"
Quando dall’Ardeatina si varcano i cancelli della Fondazione
Santa Lucia si è catapultati in un altro mondo. Tutto è ordinato e anche le
giornate uggiose, che stanno flagellando Roma in queste ore, sembrano meno
fastidiose. Le aree verdi sono ben tenute, i posti auto si trovano con
facilità, i reparti e le strutture sono indicate da una cartellonistica sempre
in vista e c’è un via vai continuo di medici e studenti. Eppure questo centro
di eccellenza di 90mila metri quadrati da anni combatte una battaglia contro la
regione Lazio fatta a colpi di sentenze e ricorsi.
L'ISTITUTO - Al Santa Lucia ci si occupa di riabilitazione
neuromotoria, di lesione delle attività funzionali temporanee o permanenti, di
persone colpite da ictus, uscite dal coma dopo un incidente o minate dalla
sclerosi multipla. La Fondazione è uno dei centri di eccellenza della sanità
italiana, ma oggi il suo futuro appare più che incerto perché i crediti dalla
Regione Lazio sono arrivati a ben 111 milioni di euro (43 di decreti
ingiuntivi, 28 di anticipi bancari alla Fondazione e 40 di adeguamento delle
tariffe dal 2006 al 2010).
I NUMERI - I numeri del Santa Lucia sono quelli di un grande
ospedale: 325 posti letto di degenza ordinaria e in day hospital sempre pieni -
un indice di occupazione del 100% e in alcuni casi in lista d’attesa - un
poliambulatorio che lo scorso anno ha fornito 250mila prestazioni ad utenti
esterni, attività di intramoenia, riabilitazioni per gli invalidi civili o a
persone con deficit neuromotori, attività di ricerca scientifica della
riabilitazione (neurologia, ortopedia, neuropsicologia e altro), progetti di
ricerca finanziati dalla Comunità Europea, collaborazioni con tutte le
università romane, corsi di laurea e post laurea, scuole di specializzazione,
750 dipendenti (60 medici, 180 infermieri, fisioterapisti, ricercatori,
psicologi) e poi 300 esterni che lavorano presso l’istituto dalla manutenzione
al servizio mensa. Il 25% dei pazienti proviene da altre regioni e a volte
persino dall’estero. Un mondo a parte insomma.
PARLA IL DIRETTORE GENERALE - Ma allora cos’è che non va?
“Cominciammo ad avere problemi con la Regione Lazio già nel 2005 – spiega il
Direttore Generale della Fondazione, Luigi Amadio – poi nel 2007 ci fu un
grosso contenzioso. La Regione, considerandoci privati, cominciò a trattarci
come una casa di cura e non più come un istituto specializzato. Questo comportò
un abbassamento delle remunerazioni: una casa di cura è più snella nella
struttura e nel personale”. Una sorta di “retrocessione” che pesa sulle casse
della Fondazione. E’ proprio Amadio ad ammettere: “Con i rimborsi previsti non
possiamo andare avanti, per questo abbiamo chiesto più volte di verificare la
natura delle nostre prestazioni, non chiediamo nulla di più e abbiamo dato la
nostra disponibilità a ragionare sui documenti contabili per arrivare ad una
retta che sia congruente”.
Una complicazione che nasce più di cinque anni fa e che
viene cavalcata, durante l’ultima campagna elettorale regionale, dalla
candidata Renata Polverini. “E’venuta a trovarci, ha visitato una sezione
infantile, si è “mossa”, ha indossato la nostra maglietta – ricorda Amadio -
poi però da quando si è insediata ha fatto esattamente il contrario. I problemi
risalgono alla giunta precedente ma da quando è arrivata la Polverini le cose
non sono affatto cambiate. Ci siamo incontrati, ma sostanzialmente la risposta
è stata “non me ne frega niente, io tratto tutti uguale, fatemi causa”. E così
abbiamo fatto”.
LE CAUSE - Sono arrivate quindi le sentenze del Consiglio di
Stato che però sono state disattese. “Oggi – continua Amadio - le 45 cause
amministrative sono state allargate anche al piano penale. Abbiamo presentato
due esposti alla Procura e altri sono pronti, abbiamo contenziosi civili per i
crediti che non sono stati pagati e richiesto ed ottenuto dal tribunale civile
decreti ingiuntivi che però non riusciamo ad eseguire. Abbiamo crediti per 111
milioni di euro. Il 30 novembre 2011 la Regione si impegnò a liquidarci alcune
somme ma nemmeno quella volta è stato pagato tutto e siamo ricorsi a decreti
ingiuntivi. Cerchiamo di andare avanti, ma se continua questa situazione non
andremo lontano”.
I TAGLI DI BONDI - Chi non si ricorda le manifestazioni dei
dipendenti del Santa Lucia sotto la sede della Regione in via Cristoforo
Colombo? “Accadeva – afferma il Direttore Generale – perché ci avevano
dimezzato anche la rimessa mensile, poi rientrata proprio a seguito delle
manifestazioni”. E dopo i ricorsi al Tar e il Consiglio di Stato ecco i tagli
del commissario Bondi. “Diminuiscono i budget già assegnati che noi però non
abbiamo accettato in quanto non abbiamo firmato l’accordo per il 2012. Per le
attività assistenziali dovremmo avere un rimborso complessivo di circa 65
milioni l’anno, la Regione ce ne vuole dare 55: ogni anno perdiamo circa 10
milioni”. Un danno che assomiglia ad una beffa “perché uno studio della Luiss –
sottolinea Amadio – ci spiega che se fossimo in una regione non commissariata
potremmo ricevere rimborsi per 67 milioni di euro, più delle nostre richieste”.
SPRECHI E SOLDI RUBATI - Qual è il problema della sanità
regionale? “Non siamo noi – conferma il Direttore Generale - ma gli sprechi e i
soldi rubati e su questo non è mai intervenuto nessuno. Le faccio un esempio: i
tre pasti per i nostri pazienti (colazione, pranzo e cena) che acquistiamo
dalla Pellegrini, una delle migliori ditte italiane, li paghiamo 15 euro al
giorno iva esclusa, mentre i presidi direttamente gestiti dalla Regione li
pagano dai 25 ai 35 euro. Viviamo un periodo difficile, ma se prima non si
torna alla legalità nel pubblico e nel privato la spending review è inutile. I
tagli lineari uguali per tutti applicati alle regioni sottoposte a
commissariamento servono solo ad aumentare la spesa che nel Lazio è fuori
controllo. Come è possibile che a Roma esistono Asl, e lo ha rilevato la Corte
dei Conti, che non registrano l’acquisto dei medicinali?”.
POLVERINI E IL "POST" - Cosa l’ha delusa di più
della Polverini? “Che non ha mantenuto la parola data prima delle elezioni.
Tutti noi possiamo dire cose che poi per causa di forza maggiore non riusciamo
a rispettare, per lo meno ci giustifichiamo”, dice Amodio.
Sarebbe utile tornare al voto presto? “Aspettare forse
nasconde il fatto di fare alcune cose poco chiare - spiega ancora Amodio - Non
sono un politico ma se io sono dimissionario me ne vado non allungo il brodo”.
E al prossimo governatore cosa chiede? “Di ripristinare la
legalità eliminando gli sprechi, altrimenti è inutile parlare di risanamento -
conclude Amodio - solo dopo si può parlare di tagli e riduzioni. Nella sanità
occorre avere una strategia precisa e non serve togliere un pezzetto a tutti,
sembra una banalità ma poi si fa il contrario. I tagli lineari nel medio e
lungo periodo comportano solo un aumento della spesa”.
di Federico Longo